Gentilissimi ospiti Vi aspettiamo al Museo del Piave
a partire dal 9 giugno 2021 con apertura in orario estivo:
(salvo imprevisti dei volontari) tutte le
domeniche pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18.00 (sempre in rispetto alle normative antiCovid)
____________________________________________________________
Orario di apertura al pubblico: Domenicaore 15.00 - 18.00 - Visite su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone -
Il Museo, allora denominato “Museo della Madonna del Piave” fu fondato alla fine degli Anni ’50 da don Antonio Pavan
(deceduto nel 1985) ed era ubicato all’interno della canonica della chiesa di Caorera
Dopo un periodo di chiusura, nel 2000, fu riaperto nei locali delle ex Scuole Elementari, sede attuale, dopo il restauro
eseguito dal Comune di Vas su interessamento di Vincenzo Colognese (deceduto nel 2004).
Con l’inaugurazione prese il nome di Museo del Piave.
Sotto la presidenza di Diotisalvi Perin viene inaugurato il nuovo salone di circa 300 mq. dall’Arciduca Georg d’Asburgo
(figlio dell’ Arciduca Otto d’Asburgo e nipote dell’Imperatore Carlo I d’Asburgo) e per volere del Presidente Perin
è stato modificato il nome del museo in Museo del Piave “Vincenzo Colognese” a ricordo del suo predecessore.
Presentare questo Museo non è cosa semplice, anche il visitatore più accorto potrebbe, di primo acchito, non comprendere il criterio seguito dall’Ass. Museo del Piave “Vincenzo Colognese” nella scelta degli oggetti esposti.
Infatti, i motivi che hanno dato avvio alla nascita del Museo non bisogna cercarli esclusivamente nella volontà di una ricostruzione storica, ma soprattutto nella voglia di condividere esperienze di vita vissuta, sogni e delusioni, che oltre a segnare i sassi del fiume Piave hanno segnato anche i cuori dei popoli di paesi in guerra e non.
Si potrebbe dire un museo “Fatto col cuore”, dalla gente che ha vissuto realmente quegli anni, ed è questo che speriamo di far sentire a tutti coloro che entreranno a visitarlo: un’emozione, non un’asettica e ordinaria esposizione. I cimeli esposti sono originali, raccolti in tanti anni di appassionata ricerca.
Una delle particolarità della nostra esposizione, infatti, vuole essere quella di un museo “aperto”, in continua crescita, che si sviluppa grazie all’apporto di oggetti e memorie provenienti non solo da chi è stato, direttamente o indirettamente, coinvolto nell’evento, ma da tutti coloro che si sentono vicini a questo frammento di storia, non solo italiana, ma anche e soprattutto europea e mondiale.
Ricordiamo le varie esposizioni molto interessanti che ha il Museo:
• oltre 20 manichini, tutti con uniformi e armi originali, che rappresentano tutti gli eserciti nella Grande Guerra;
• la barca Ponton A.U. recuperata nel Piave;
• 50 pannelli donatici dagli ungheresi che riprendono, con piantine e foto, la Battaglia sul Piave;
• numerose vetrine con fucili, pistole, cannoni, bombe, mitragliatrici, mortai, armi bianche, ecc.;
• la copia dello Spad XIII, l'aereo di Francesco Baracca, esposto all'aeroporto "Marco Polo" di Venezia fino ai primi mesi del 2018;
• 5 postazioni multimediali di cui 3 fisse e 2 con i simulacri dello Spad XIII e del Fokker DR1.
• Il trattore Mogul (fornito dalla collezione Presidente Perin), importato dall'America nel 1915 per il traino di cannoni e utilizzato fino al 1918 per l'aratura di Stato.
• Sala audiovisiva, dove si può vedere uno straordinario film sugli eventi della Grande Guerra , storia e ambiente.
In esclusiva mondiale documenti, libri e piantine originali, dell'attacco fatto dal giovanissimo Erwin Rommel (denominato "futura volpe del deserto" nella 2ª G.M.) a Longarone (dopo essere partito dall'attacco del Mattaiur/Caporetto) con pochi uomini dotati di mitragliatrici, fece oltre 10.000 prigionieri che erano in ritirata dal Cadore per passare sulla destra Piave.
Questo materiale ci è stato dato dal figlio che è stato anche Sindaco di Stoccarda.
Ingresso a pagamento - Visite su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone
Il servizio di apertura del Museo è esclusivamente svolto da volontari, ci scusiamo anticipatamente per eventuali imprevisti. La Direzione del Museo del Piave comunica che l'Ingresso/offerta è di 5 Euro e comprende la Litografia storica dello Spad XIII.
Gentilissimi ospiti Vi aspettiamo al Museo del Piave
a partire da Sabato 6 Aprile con apertura in orario estivo:
(salvo imprevisti dei volontari) tutti i
sabati pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 18.00
e le domeniche pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Ambiente - Paesaggi indimenticabili
Cultura, Storia culinaria e dei Vini prestigiosi
che tutti ci invidiano
Escursione “Sulle Orme della Grande Guerra”
sul Fronte del Piave, dopo 101 anni dagli eventi, che promuoviamo per una fratellanza tra popoli europei e mondo cristiano. 1° Maggio 2019
Partenza ore 8.30 da Collalto, Festività di San Giorgio, con la collaborazione del Gruppo Alpini e Festeggiamenti Collalto (a 8 km. da Susegana).
Possibilità di Spiedo di eccellentissima qualità, cucinato dai maestri Alpini
(su prenotazione 338.2916580 - altri piatti come costicine, salsicce, ecc. non serve prenotazione).
Lo spiedo, eccellentissima pietanza nata nel Quartier del Piave, accompagnato anche dai prestigiosi vini Bio Prosecco - origini Taj (ex Tocai) e vini rossi.
Attenzione, per l’escursione attenersi al regolamento (con presa visione prima della partenza) con idoneità per percorsi nei boschi. L’organizzazione declina ogni responsabilità.
PERCORSI DI PACE A FARRA DI SOLIGO - 4 NOVEMBRE 2018
INTITOLAZIONE DEL PARCO SUL PIAVE A SUA ALTEZZA IMPERIALE CARLO I D'ASBURGO LORENA - 14 OTTOBRE 2018
VIDEO PONTE DELLA PRIULA
19 Gennaio 2018
Serata dedicata al Ponte della Priula IL PONTE STORICO DEI MISTERI
Fiume PIAVE e dintorni
Domenica 15 aprile è andata in onda la puntata di Linea Verde su Rai 1 in Veneto nel centenario della Grande Guerra registrata al Museo del Piave "Vincenzo Colognese". Per rivederla entrare nel sito RaiPlay. Buona visione.
Per vedere il video della conferenza-dibattito
“Il Ponte storico dei Misteri!”
a Ponte della Priula Hotel San Carlo di venerdì 19 gennaio 2018
digitare su YouTube “Ponte della Priula il ponte storico dei misteri”, durata h.1,45 circa.
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Siete tutti invitati a presenziare alla benedizione di questa targa Domenica 25 febbraio a Farra di Soligo, nel centenario della tragedia della morte in casa Sartori di Marcolina De Rosso. Ci sarà la S. Messa alle ore 10.00 e alle ore 10.45 la benedizione della targa da parte del parroco don Brunone De Toffol. La targa sarà posta a circa 200 mt. dalla chiesa
Ricordiamo anche che abbiamo ricevuto il patrocinio del Sindaco di Farra di Soligo per posizionare n. 10 Totem su un “Percorso della Pace”, nel centro del paese, in ricordo di Beati e Santi. Questo percorso partirà dal Giardino degli Alpini con un Totem dedicato a San Francesco per arrivare fino alla Chiesa dei Broi con Torre Longobarda, dove è stata recentemente inaugurata la campana della Pace.
Saremmo presenti alla millennaria Fiera Agricola di Godega S. Urbano nei giorni 3-4-5 marzo 2018, dove potrete ammirare il trattore Mogul, utilizzato nella Prima Guerra Mondiale a trainare cannoni e poi utilizzato per aratura di Stato (sarà esposto nei padiglioni interni nella zona vicino al bar/ristorante).
Nei prossimi giorni rientrerà al Museo del Piave l’aereo Spad XIII di Francesco Baracca che è stato esposto per circa 4 anni nella zona partenze dell’aeroporto “Marco Polo” di Venezia. Una notizia importante: Per le varie iniziative culturali e storiche del Museo, nel centenario della Grande Guerra, abbiamo richieste per programmi televisivi speciali di interesse nazionale e internazionale che vedrete a breve in quanto stanno iniziando i servizi di ripresa.
Per vedere il giornale completo visualizzare su "Periodico Il Piave" - Febbraio 2018
Comitato Imprenditori Veneti "Piave 2000" e Museo del Piave "Vincenzo Colognese"
Ponte della Priula, 26 luglio 2017
Lettere inviate alle seguenti Autorità: Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Generale di Brigata Fabrizio Parrulli
Piazza S. Ignazio, 152 - 00187 Roma Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio Direttore dott.ssa Caterina Bon Valsassina
Via di San Michele, 22 - 00153 Roma Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Direttore arch. Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano, 26 - 00187 Roma
e p.c. Console delle Ambasciate a Roma di Austria, Ungheria, Germania, Francia, Inghilterra, America
Ponte della Priula, 31 luglio 2017
Lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale - Piazza del Quirinale - 00187 Roma
Ponte della Priula, 26 agosto 2017
Lettere inviate alle seguenti Autorità: Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e
le province di Belluno, Padova e Treviso
Via Aquileia (Palazzo Folco), 7 - 35139 Padova Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Generale di Brigata Fabrizio Parrulli
Piazza S. Ignazio, 152 - 00187 RomaNucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Sede di Venezia
Palazzo delle Procuratie Nuove - Piazza San Marco, 63 - 30124 Venezia Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio Direttore dott.ssa Caterina Bon Valsassina
Via di San Michele, 22 - 00153 Roma Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Direttore arch. Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano, 26 - 00187 Roma
Oggetto: Ponte sul fiume Piave a Ponte della Priula
Parti salienti estratte dagli esposti
Si porta a conoscenza delle SS.LL. il grave intervento previsto per lo storico e monumentale “Ponte della Priula” realizzato sul Fiume Piave nel 1914 che ha visto la Prima Guerra Mondiale. Tale ponte fa oggi giustamente parte del patrimonio culturale di questa guerra, che vide la riconquista dei territori italiani a prezzo della vita di un numero impressionante di nostri valorosi connazionali giunti da tutta la penisola per sostenere la battaglia del Piave, va ricordato anche il sacrificio dei soldati e civili caduti dei vari Stati coinvolti.
L’attuale progetto dell’Anas stravolge l’architettura di questo ponte, destinato a diventare qualcosa d’altro rispetto a ciò che oggi è e rappresenta per la Storia della Nazione. Al di là del fatto che il progetto (secondo alcune informazioni che chiediamo di veriicare) non è stato a suo tempo inviato alla Soprintendenza per l’Archeologia del Veneto (e ciò ha già comportato danni di una certa entità, a quanto pare), sono le opere in progetto a stravolgere un monumento importantissimo per la storia di tutto il Paese e non solo.
Sarebbe bene prendere in considerazione la costruzione di un nuovo ponte, a una campata, più a valle che avrebbe anche facili innesti con la Pontebbana, simile come fatto anni fa a valle di San Donà di Piave, piuttosto che intervenire sull’esistente cambiandone i connotati storici.
Ricordiamo che già qualche anno fa è stato fatto un lavoro di restauro al ponte con una spesa di circa 1 milione di Euro. Pertanto non capiamo perché questo lavoro, pagato dallo Stato, non sia servito a niente in quanto queste opere delle arcate del ponte, con il nuovo lavoro, vengono rase al suolo.
Si fa pertanto appello affinchè Codesti Organi Superiori del Ministero si facciano carico di fare luce su questa triste vicenda, intervenendo in tempi stretti per impedire un ennesimo grossolano azzeramento del paesaggio storico italiano, patrimonio di tutti.
Si fa notare che come dalla linea tracciata per realizzare la nuova strada bypass a monte del ponte, verrà abbattuto l’alzabandiera storico presso il monumento, dove già sono state tolte le iscrizioni storiche anche sotto il monumento dove ogni anno viene depositata dalle autorità la corona d’alloro in ricordo dei tragici eventi.
Si fa pertanto appello affinché la Sua maggiore autorità dello Stato Italiano, che Lei rappresemta, faccia fare luce su questa triste vicenda, intervenendo in tempi stretti per impedire un ennesimo grossolano azzeramento del paesaggio storico italiano, patrimonio di tutti.
Duole portare a conoscenza dei rispettabili Uffici in indirizzo che i lavori per la costruzione del nuovo ponte sul Fiume Piave a Ponte della Priula (TV) sono ripresi a pieno regime, con il risultato che un altro pezzo dell’Italia se ne va.
Questo Comitato e Museo del Piave non condivide l’opera in corso di realizzazione in quanto la nuova struttura si sovrappone a quella storica, in pratica sostituendo il vecchio storico ponte, costruito con cura prima della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria il 23 maggio 1915, con una costruzione quasi totalmente nuova che utilizza in parte le pile esistenti e le “spallette storiche” del vecchio ponte, rimontate sul nuovo.
Dove morirono migliaia di italiani per fare l’Italia, oggi muore il ponte che ricorda il Fiume Piave capitolo dimenticato della nostra Storia.
Ci preme sottolineare che il progetto del nuovo ponte non è stato presentato alla popolazione che vive sulle rive del grande fiume.
Alla luce di quanto illustrato, comunque in assenza di un progetto visionato e condiviso, si avanza la richiesta che prima della conclusione dei lavori sia annullato il vincolo culturale su qualcosa che cessa di esistere come bene culturale, per l’appunto secondo le indicazioni del Codice dei Beni Culturali.
L’Italia dei monumenti quando non viene distrutta dai terremoti, viene annullata da progetti che della storia si fanno beffa.
Chiediamo alle spettabili Vostre Autorità che sia rispettata la Legge del 7 marzo 2001, n. 78, di cui qualcuno si è preso gioco.
Sarebbe opportuno presentare alla popolazione un rendering di cosa prevede la realizzazione del progetto, in mostra permanente nei comuni rivieraschi del Piave.
Allegati:
Fotocopia della copertina del libro “Storia del Ponte della Priula”, autore ing. Alfredo Dal Secco, distribuito in tutte le Biblioteche dei Comuni rivieraschi del Piave.
Il risultato del nuovo ponte sarà un senso di obbrobrio e ridicolo, visto che le antiche spallette saranno applicate sul nuovo piano stradale di acciaio e cemento.
P.S.: Non osiamo pensare se arrivasse una prossima piena del Piave, cosa farebbe della ghiaia posticcia messa di traverso al corso d'acqua per realizzare la strada bypass.
Iniziative varie
2024
Marzo 2024
Agosto 2024
Novembre 2024
2023
Marzo 2023
Maggio 2023
Luglio - Agosto 2023
Ottobre 2023
Dicembre 2023
2022
Marzo 2022
Luglio 2022
Ottobre 2022
Dicembre 2022
Giugno 2021
Giugno 2021
2021
Giugno 2021
Settembre 2021
Dicembre 2021
Febbraio 2020
2020
Febbraio 2020
Luglio 2020
Settembre 2020
Dicembre 2020
2019
Febbraio 2019
Aprile 2019
Giugno 2019
Agosto 2019
Ottobre 2019
Dicembre 2019
Ultimo numero periodico Il Piave
Per vedere il giornale completo visualizzare su "Periodico Il Piave" - Ottobre 2017
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Per vedere il giornale completo visualizzare su "Periodico Il Piave" - Agosto 2017
Non vogliamo che il Presidente Zaia e l'Assessore Bottacin siano ripresi con i volontari
della Protezione Civile a proteggere le eventuali piene con sacchetti di sabbia accatastati sugli argini.
Per vedere il giornale completo visualizzare su "Periodico Il Piave" - Giugno 2017
MUSEO DEL PIAVE - Vincenzo Colognese
Orario di apertura al pubblico:
dal 16 Marzo al 31 Ottobre Sabato 15.00 - 18.00- Domenica15.00 - 18.00
dal 1° Novembre al 15 Marzo Solo la Domenica14.30 - 17.30 - Visite su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone -
Il Museo, allora denominato “Museo della Madonna del Piave” fu fondato alla fine degli Anni ’50 da don Antonio Pavan
(deceduto nel 1985) ed era ubicato all’interno della canonica della chiesa di Caorera
Dopo un periodo di chiusura, nel 2000, fu riaperto nei locali delle ex Scuole Elementari, sede attuale, dopo il restauro
eseguito dal Comune di Vas su interessamento di Vincenzo Colognese (deceduto nel 2004).
Con l’inaugurazione prese il nome di Museo del Piave.
Sotto la presidenza di Diotisalvi Perin viene inaugurato il nuovo salone di circa 300 mq. dall’Arciduca Georg d’Asburgo
(figlio dell’ Arciduca Otto d’Asburgo e nipote dell’Imperatore Carlo I d’Asburgo) e per volere del Presidente Perin
è stato modificato il nome del museo in Museo del Piave “Vincenzo Colognese” a ricordo del suo predecessore.
Presentare questo Museo non è cosa semplice, anche il visitatore più accorto potrebbe, di primo acchito, non comprendere il criterio seguito dall’Ass. Museo del Piave “Vincenzo Colognese” nella scelta degli oggetti esposti.
Infatti, i motivi che hanno dato avvio alla nascita del Museo non bisogna cercarli esclusivamente nella volontà di una ricostruzione storica, ma soprattutto nella voglia di condividere esperienze di vita vissuta, sogni e delusioni, che oltre a segnare i sassi del fiume Piave hanno segnato anche i cuori dei popoli di paesi in guerra e non.
Si potrebbe dire un museo “Fatto col cuore”, dalla gente che ha vissuto realmente quegli anni, ed è questo che speriamo di far sentire a tutti coloro che entreranno a visitarlo: un’emozione, non un’asettica e ordinaria esposizione. I cimeli esposti sono originali, raccolti in tanti anni di appassionata ricerca.
Una delle particolarità della nostra esposizione, infatti, vuole essere quella di un museo “aperto”, in continua crescita, che si sviluppa grazie all’apporto di oggetti e memorie provenienti non solo da chi è stato, direttamente o indirettamente, coinvolto nell’evento, ma da tutti coloro che si sentono vicini a questo frammento di storia, non solo italiana, ma anche e soprattutto europea e mondiale.
Ricordiamo le varie esposizioni molto interessanti che ha il Museo:
• oltre 20 manichini, tutti con uniformi e armi originali, che rappresentano tutti gli eserciti nella Grande Guerra;
• la barca Ponton A.U. recuperata nel Piave;
• 50 pannelli donatici dagli ungheresi che riprendono, con piantine e foto, la Battaglia sul Piave;
• numerose vetrine con fucili, pistole, cannoni, bombe, mitragliatrici, mortai, armi bianche, ecc.;
• la copia dello Spad XIII, l'aereo di Francesco Baracca, esposto all'aeroporto "Marco Polo" di Venezia fino ai primi mesi del 2018;
• 5 postazioni multimediali di cui 3 fisse e 2 con i simulacri dello Spad XIII e del Fokker DR1.
• Il trattore Mogul (fornito dalla collezione Presidente Perin), importato dall'America nel 1915 per il traino di cannoni e utilizzato fino al 1918 per l'aratura di Stato.
• Sala audiovisiva, dove si può vedere uno straordinario film sugli eventi della Grande Guerra , storia e ambiente.
In esclusiva mondiale documenti, libri e piantine originali, dell'attacco fatto dal giovanissimo Erwin Rommel (denominato "futura volpe del deserto" nella 2ª G.M.) a Longarone (dopo essere partito dall'attacco del Mattaiur/Caporetto) con pochi uomini dotati di mitragliatrici, fece oltre 10.000 prigionieri che erano in ritirata dal Cadore per passare sulla destra Piave.
Questo materiale ci è stato dato dal figlio che è stato anche Sindaco di Stoccarda.
Ingresso a pagamento - Visite su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone
Il servizio di apertura del Museo è esclusivamente svolto da volontari, ci scusiamo anticipatamente per eventuali imprevisti. La Direzione del Museo del Piave comunica che l'Ingresso/offerta è di 5 Euro e comprende la Litografia storica dello Spad XIII.
Come arrivare:
Cippo a Nervesa della Battaglia
Ricostruzione del Cippo sulla strada Panoramica in onore del Comandante A.U. che, alla guida del suo plotone, passò il Piave nel 1918 salendo per Via dei Croderi e in combattimento perse la vita e dove cadde, successivamente, fu eretto un monumento.
Come si può vedere dalle foto la platea di calcestruzzo posta sopra l’entrata dell’osservatorio-bunker con impressa la scritta in onore al Kaiser (era riparata, dall’alta massicciata di roccia, da eventuali granate in arrivo da ovest Nervesa/Spresiano) si è spezzata facilmente con una carica esplosiva (non avendo i tondini di acciaio armati). Sicuramente questo risale al periodo fascista in quanto la "presenza" del solo nome degli Asburgo nel territorio dava adito alle congetture più disparate.
Sarebbe auspicabile, se i proprietari fossero d’accordo, che le parti crollate di calcestruzzo venissero ricompattate ricostruendo come in originale, naturalmente dopo aver ottenuto le autorizzazioni dalle autorità preposte.
Anche a Nervesa della Battaglia, sul Montello, c'era un'opera in pietra scolpita ben visibile con tanto di basamento a strati, con scritto il nome e cognome ecc. di un comandante AU che da Villa Jacur per primo passò in barca il Piave, guidando i suoi soldati sulla salita del Montello in Via dei Croderi e poi negli aspri scontri venne ucciso dagli italiani. Di questo cippo che lo ricordava quale EROE ora resta solo il basamento perché negli anni della Seconda Guerra Mondiale i fascisti lo fecero brillare e la pietra ridotta a pezzettini gettata nei crepacci del Montello. Testimonianza confidataci negli anni ’90 dal nostro collaboratore m.d.l. luminare turbine alla Franco Tosi Ing. Alfredo Dal Secco. Il proprietario del fondo, al tempo da noi interpellato, diede l'ok a far ricostruire il cippo a nostre spese, ma alla richiesta di autorizzazione il Sindaco del tempo non diede il consenso!
Oggi abbiamo reinterpellato il proprietario del fondo, che ha dato la sua adesione e riconferma la disponibilità per ripristinare l'opera che si trova a lato della Strada Panoramica sul Montello. Opera che sarà realizzata dal Comitato Imprenditori Veneti “Piave 2000”.
Grazie di cuore al proprietario del fondo.
È stata inviata al Sindaco la richiesta di Patrocinio per ripristinare il cippo.
Cippo sulla strada Panoramica a Nervesa della Battaglia
16 Giugno 2016
Al Sindaco di Nervesa della Battaglia
Ing. Fabio VETTORI
Oggetto: Richiesta di patrocinio per ripristinare il cippo in onore del Comandante A.U. che, a guida del suo plotone, passò il Piave nel 1918 salendo per Via dei Croderi e in combattimento perse la vita e dove cadde, successivamente, fu eretto un monumento in suo onore.
Chiediamo a Lei Sig. Sindaco la collaborazione per ripristinare, come un tempo, l'opera andata distrutta per atti vandalici nel periodo fascista.
Se è d'accordo con questa proposta, La prego di chiedere, se serve, l'autorizzazione alle Autorità competenti.
Il basamento del cippo si trova in Via VIIIª Armata, 11 a Nervesa della Battaglia e proprietario del fondo è il sig. Renato Benedetti, il quale ha dato la sua adesione al rifacimento del monumento.
Previo ricerche, disponiamo della foto di come era il cippo prima dell’atto vandalico, con relative scritte scolpite sulla pietra: nome, cognome, ecc. del Comandante.
Al tempo aveva collaborato a ricerche storiche il nervesano M.d.L. ing. Alfredo Dal Secco, medaglia d'oro (conferita dal Presidente della Repubblica) per la sua professionalità, luminare delle turbine alla Franco Tosi.
Il Comitato Imprenditori Veneti “Piave 2000” in suo onore e per le ricerche storiche e ambientali ha realizzato un monumento eretto sull'argine del Piave vicino al Passo Barca, l’opera in pietra e bronzo è stata modellata dallo scultore Carlo Balljana.
Auspichiamo che il monumento possa essere inaugurato in occasione del 99° anniversario della Battaglia del Solstizio.
Distinti saluti.
Il Presidente Diotisalvi Perin
Rsposta del Sindaco
1 Luglio 2016
Alla cortese attenzione del signor Perin Diotisalvi
In riferimento alla Sua richiesta di collaborazione per il ripristino del cippo in onore del Comandante A.U., sito in via VIII Armata n. 11 a Nervesa della Battaglia, sul fondo di proprietà del signor Renato Benedetti, pervenuta al protocollo generale di questo Ente al n. 7570/16 in data 17 giugno 2016, Le comunico con la presente che tale intervento è già stato programmato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Associazione Battaglia del Solstizio.
La conclusione dei lavori e la successiva inaugurazione sono previsti in occasione delle celebrazioni del Centenario della Battaglia del Solstizio.
Nel ringraziarLa per la Sua attenzione e sensibilità dimostrata, l’occasione è gradita per porgerLe i miei più cordiali saluti.
Ing. Fabio VETTORI - SINDACO
6 Luglio 2016
Al Sindaco di Nervesa della Battaglia
Ing. Fabio VETTORI
Sig. Sindaco La ringraziamo per la pronta risposta del 1/07/2016 per inaugurare il cippo nel centenario della fine della Grande Guerra.
Lo scultore Pietro Stefan (in foto) si è già messo all'opera predisponendo un blocco di pietra "salisa" delle seguenti dimensioni:
altezza mm. 820,
larghezza alla base mm. 450,
larghezza nella parte superiore mm. 370,
spessore mm. 160.
Cordiali saluti.
Il Presidente Diotisalvi Perin
98° anniversario della Battaglia del Solstizio
15-23 giugno 1918
98 anni fa sul Fronte austro-ungarico della Linea del Piave fervevano i preparativi per l'assalto all'esercito contrapposto in riva destra del Piave e l'indomani partivano all'attacco, utilizzando l'arsenale di armi e bombe custodite nei bunker, trincee e caverne realizzate dall'ingegneria militare austro-ungarica nelle colline tra Colfosco, Sant'Anna, Collalto, Susegana.
Nei giorni scorsi abbiamo visitato, per studi, varie postazioni nelle prime e seconde linee del Fronte, principalmente a Villa Jacur, Sant'Anna dove gli austro-ungarici degli Honvéd (soldati ungheresi) per un anno dominavano il Piave e con le postazioni sul Colle della Tombola, tramite l'osservatorio scavato nella roccia, avevano un'ampia visione dei movimenti sulle varie strade collegate alla Pontebbana verso Spresiano, Arcade e Nervesa, ecc.
Sull'osservatorio del Colle della Tombola, a Colfosco, era stata fatta una scritta impressa nel getto di calcestruzzo che rinforzava la volta dell'entrata, la quale inneggiava in onore a Sua Altezza Imperatore Carlo d'Asburgo. La volta in calcestruzzo, in tempi successivi della fine della Guerra, è stata minata e fatta saltare spezzando il manufatto in due pezzi, una parte è rimasta al suo posto e l'altra metà con le colonne sono crollate pesantemente a terra (la foto è un nostro montaggio che ricompone, in parte, come era il getto di calcestruzzo con la scritta nel 1918).
Nelle foto in primo piano i due ricercatori che hanno riportato alla luce l'ospedale austro-ungarico a Villa Jacur che sono stati onorati a ricevere la croce nera austriaca (su segnalazione del comandante del Corpo Forestale dello Stato di Treviso e Venezia dott. Guido Spada, nonché rappresentante della Croce Nera austriaca), vedasi la spilla puntata sulla camicia allo scultore Pietro Stefan nonché Diotisalvi Perin mentre lo scultore e ricercatore prof. Alberto Burbello è stato onorato della Croce Nera austriaca per le sue pubblicazioni e ricerche storiche della Grande Guerra su vari fronti ed ora con la nostra collaborazione, auspichiamo pubblichi un nuovo libro elencando bunker, trincee, postazioni belliche sul fronte Piave con delle foto, seguendo il nostro primo volume del Fronte Dimenticato, mettendo in primo piano le scritte e indicazioni poste su queste opere di ingegneria militare. Purtroppo manca il terzo onorato Angelo Pisu, recentemente scomparso. La Croce Nera è stata consegnata ai tre ricercatori nella sede degli Alpini vicino al Ponte di Bassano da un parlamentare del Governo Austriaco.
Si sa, la storia da quando mondo è mondo la scrive chi vince. È una regola confermata per l'ennesima volta anche in questi giorni allorquando dai rovi e sterpaglie che ricoprono in alcune zone i colli dei contrafforti tra Colfosco, Col della Tombola, Mina, Villa Jacur, Sant'Anna, Collalto, Col di Guardia, sotto la guida di Perin Diotisalvi Presidente del Museo del Piave "Vincenzo Colognese" e Comitato Imprenditori Veneti "Piave 2000", assieme ad alcuni volontari continuano le ricerche riportando alla luce il Fronte "perduto" in un territorio dove i proprietari hanno salvaguardato l'ambiente come un tempo, principalmente la famiglia Collalto ed altri privati cittadini.
Trattasi di una serie di opere di ingegneria militare trincee, bunker, caverne con deposito di esplosivi, cannoni, barche d'assalto, ecc. che i comandanti dell'Imperial Regio Esercito Austro-Ungarico avevano predisposto dirimpetto al Piave e Montello in vista dell'ultimo disperato balzo d'assalto programmato per il giugno del '18.
Le cose come sappiamo andarono diversamente e tutta questa grande area, occupata e fortificata dal nemico giuntovi in forze sull'onda di Caporetto dopo la vittoria italiana, passò quasi nel dimenticatoio, e a maggior ragione davanti al fiume Piave e ad un Montello simbolo del sacrificio e della riscossa nazionalistica.
Dal Montello guarda a Villa Jacur, all'epoca "cementata" nelle sue viscere lungo un ruio col nome del "Buso dei Trevisi", l'imponente mole dell'Ossario-Sacrario di Nervesa della Battaglia a ricordare il tragico bagno di sangue di quel lontano giugno 1918 e il dopo, ma altrettanto ci fanno pensare bunker, caverne, trincee, buche e postazioni di mitraglia dissepolti fin dagli anni '90 da Perin e amici.
Questo Fronte, ritrovato con le sue opere incavernate entro profonde gole e che hanno resistito all'assalto demolitore della vegetazione e all'ingiuria del tempo, ci conduce a quel periodo, ma decisamente dall'"altra parte". Ci sollecita di conoscere mezzi e strategie che non bastarono al nemico di ieri nonostante con tanti scavi e trinceramenti.
Insomma qui al Col di Guardia, al Col della Tombola, qui al Piave se gli austro-ungarici avessero potuto scavalcare definitivamente il fiume e il Montello, in questa che fu la Battaglia detta "Battaglia del Solstizio", l'Europa di oggi sarebbe tutt'altro. Ma la storia non è fatta di "se", pur tuttavia esige di far capire i fatti nella sua interezza. Cosa sia mancato agli austro-ungarici per coronare il loro sogno, si è scritto con fiumi di inchiostro, ma pochissimo per mano loro. È per questo, cioè per conoscere meglio dettagliatamente il punto di vista degli ex nemici, che Perin e amici hanno interpellato le autorità militari del museo "Museo di storia dell'esercito" di Vienna e Budapest (con quest'ultimo stringendo un patto di gemellaggio), con Vienna in buona amicizia e fratellanza per la consegna nel 1997 davanti all'ingresso del Heeresgeschichtliches Museum im Arsenal di una barca d'assalto riaffiorata dalle ghiaie del Piave nel 1993, guarda caso proprio davanti a questo fronte "scordato".
Il Direttore del Museo Viennese nel suo discorso di ringraziamento per aver ricevuto il cimelio disse che nel Museo non possedeva un tesoro più grande di questo relitto, in quanto di centinaia e centinaia di barche d'assalto e pontoni erano andati tutti distrutti nelle varie battaglie.
La Battaglia del Solstizio "15-23 giugno 1918" che cambiò la geopolitica dell'Europa, ma che ancora traballa.
Ci fa memoria dalla parte dei vinti Lajos Zilahy, che lì c'era e per giunta nei momenti più topici "un minuto prima delle tre tuonò una cannonata solitaria.
Pochi secondi dopo improvvisamente - scrive Zilahy ne "Il disertore" -, come se tutta la volta celeste rovinasse con un fragore spaventoso, l'oscurità s'empì delle furiose fiamme gialle vomitate da 616 bocche di fuoco. Le nuvole di fumo del fuoco d'artiglieria coprirono ben presto il Montello - continua l'ungherese -, e si calarono anche sulla valle del Piave.
L'artiglieria nemica che nelle prime ore di quell'assalto improvviso aveva taciuto come ammutolita cominciò ad un tratto a entrare operativamente con tutta la sua energia".
Questa vissuta testimonianza diretta, in quel tratto di fronte del Piave ora parzialmente "rubato" tra rovi, piante e sterpaglie, ma quel che più conta è stato restituito alla storia. In quei pochi chilometri l'Impero Austro-Ungarico si giocò tutto e, come si diceva, in questi pochi chilometri scaturì un'Europa diversa.
La scritta fatta sopra la volta dell'entrata dell'osservatorio inneggia al comandante supremo Sua Altezza l'Imperatore Carlo d'Asburgo e Lorena. Naturalmente nell'aver fatto brillare da italiani con esplosivo la volta, dai pezzi che si sono staccati si sono perse parte delle parole e dei numeri ma resta indelebile, da quanto rimasto, che traducendo c'è scritto "per l'imperatore Carlo per la Patria 1918". È risaputo che in Comune di Susegana c'era il comando austro-ungarico del generale Ludwig Goiginger sul Colle di Guardia a Collalto e al Castello di S. Salvatore l'arciduca Eugenio.
Ora le nostre ricerche a Vienna tramite la famiglia di Sua Altezza Imperiale Carlo d'Asburgo e Lorena, nipote dell'imperatore Carlo, il quale mi ha onorato a far parte dei cavalieri di S. Giorgio di Vienna, stiamo portando avanti ricerche nello scoprire documenti se l'imperatore Carlo sia stato invitato sul fronte Piave, non escludendo la possibilità di una sua fugace visita al Castello di S. Salvatore dove a circa una ventina di metri sotto il castello si era insediato il comando, sotto ampi bunker e gallerie, che in questa occasione di passare in rassegna l'esercito e visitando il Fronte con bunker, osservatori, ecc. avesse visto la scritta a lui dedicata.
Sarebbe auspicabile che le parti crollate di calcestruzzo venissero ricompattate ricostruendo come in originale, naturalmente dopo aver ottenuto le autorizzazioni dalle autorità preposte.
Gas a Collalto
Comitato Imprenditori Veneti “Piave 2000”
in collaborazione con il
Museo del Piave “Vincenzo Colognese”
13 Ottobre 2015
Urgente
Spett.le
dott. Luca Zaia Presidente della Regione del Veneto
e p.c. Andrea Zanoni - Consigliere Regione Veneto Simone Scarabel - Consigliere Regione Veneto Gruppi Consiliari Regione Veneto
Oggetto: Rischi sismici legati all'attività di stoccaggio del gas metano
nell'impianto di Collalto e paesi limitrofi
Siamo molto preoccupati per le vibrazioni del terreno, date a causa del notevole pompaggio di gas metano proveniente dall'estero e iniettato nel sottosuolo sotto i nostri territori; vogliamo anche ricordare le varie scosse sismiche verificatesi nel nostro territorio e zone limitrofe negli ultimi anni, solo per dire che siamo in un territorio con problemi sismici, territorio delicato, dove si incontrano faglie sismiche con pericolo grado 2.
Innanzitutto ci sono delle famiglie che dal rumore a basse frequenze, date dai giganteschi compressori installati nella centrale di pompaggio, loc. Sant'Anna di Susegana, dalla quale partono chilometri di tubazioni che portano ai numerosi pozzi seminascosti nelle colline che a raggiera iniettano nel sottosuolo il gas metano, passano notti insonni.
Da Conegliano ai colli Vittoriesi, Felettani, Suseganesi, del Montello, Asolani, Quartier del Piave ci sono migliaia di abitazioni che non sono antisismiche, pertanto si prega di attivarsi per dare ai cittadini agevolazioni per nuovi progetti nel rendere antisismiche queste abitazioni e opifici lavorativi e sociali.
Il prof. Alberto Marcellini esperto di sismicità ed altri esperti internazionali riferivano che questo impianto con pompaggio ad altissime pressioni potrebbe generare terremoti indotti, quindi Vi sollecitiamo a una presa di posizione nel valutare tutte le procedure di autorizzazione e controllare se ci siano state delle anomalie o escamotage per quanto fatto.
Noi ci battiamo per la sicurezza dei cittadini; i due ricorsi al TAR, arrivando a un passo dalla chiusura senonché i giudici romani presero poi posizioni diverse in quanto l'impianto è da considerarsi di interesse nazionale, e la copiosa documentazione, inserita anche per rendere pubblica la cosa, la trovate nel sito del Museo del Piave www.museodelpiave.it.
Tale documentazione è stata utile anche all'ex europarlamentare Andrea Zanoni che ha avuto ragione nella sua interrogazione al Parlamento Europeo, ora molto attivo nel Governo Regionale.
Da qualche tempo anche il Movimento 5 Stelle, con il consigliere Simone Scarabel, ci ha contattato per sapere della questione stoccaggio, per presentare un'interrogazione e, con sorpresa, successivamente, ci riferiscono che in un colloquio la questione avrebbe dei punti interrogativi.
Prego sig. Presidente a Lei e a tutta la Giunta di maggioranza e opposizione di prodigarVi perché tutte le famiglie possano riposare e l'intero impianto sia sottoposto a una verifica della normativa VIA-VAS europea e normativa Seveso III e tutti noi cittadini ci sentiremo più sicuri.
In attesa di gentile risposta. Ringraziamo.
Refrontolo 15 ottobre 2015
Collalto-Susegana
Escursione sulle Orme della Grande Guerra
In occasione della Sagra di Sant’Anna di Collalto
Programma:
Ritrovo: loc. Mercatelli-Sant’Anna di Collalto - Ore 8.00
Siamo sul Fronte delle prime Linee Austro-Ungariche. Abbiamo l’onore di avere come ospite Zeljko Cimpric attuale Vice Direttore, nonché fondatore del prestigioso Kobariški muzej di Kobarid/Caporetto e delle Vie della Pace, uno dei più grandi ricercatori storici mondiali della Grande Guerra. Era presente nel 2008 all’inaugurazione dei Sentieri della Pace sulla linea del Piave, firmando le 6 targhe che indicano i percorsi da Sant'Anna lungo l'argine del Soligo e il Piave fino a Ponte della Priula (patrocinati da Regione e Provincia, tra i presenti il vice presidente provinciale rag. Floriano Zambon che ha sottoscritto il documento), per estenderli fino al mare sui due argini del Piave ed arrivando a monte fino al Monte Grappa, come da nostre proposte alle istituzioni regioni e provinciali. L'escursione inizia salendo e passando nel tunnel del sottoponte del Ruio (costruito al tempo del lombardo-veneto) dalla Strada Provinciale e strada ferrata “Decauville” che collegava Ponte della Priula a Pieve di Soligo (zona dove sostarono migliaia e migliaia di soldati accampati con tende e riparati in trincee e bunker). Si prosegue verso Villa Guizza (panorama del Piave e Montello) dove era insediato un comando Austro-Ungarico con visita al rifugio sottostante, al grande osservatorio scavato nella roccia e trincee. Visita al capitello della Beata Giuliana e Santa Lucia, e si scende in zona 4 Strade tra i bunker e le trincee, spostandoci sulle postazioni di cannoni al Colle di Villa Jacur, visitando, lungo la Provinciale, il bassorilievo dello scultore Pietro Stefan che ricorda il massacro di cinque bambini che giocavano nel cortile e il ferimento di Pasqua, colpiti da una granata sparata dagli italiani dal Montello. Si sale il Ruio per visita all'ospedale Austro-Ungarico, una grande caverna adibita anche al ricovero di pellegrini ed eremiti fin dai tempi antichi. Recentemente hanno rubato un bossolo di granata posto sotto il crocifisso. Stefan ha rimesso un bossolo recuperato nel Piave. Presso la caverna sarà deposta una corona d'alloro e scoperta una targa (in 3 lingue) a ricordo di tutti i Caduti della Grande Guerra. Alla cerimonia interverranno i ricercatori Guido Spada e Angelo Pisu. In questo luogo sacro martoriato dal 1917 al 1918, sono morti moltissimi soldati, dopo giorni di agonia, a causa delle profonde lacerazioni provocate dalle esplosioni di bombe ecc. e purtroppo sottoposti a cure improvvisate e di scarsa efficacia. Ci sarà un momento di preghiera e di riflessione al momento della deposizione della corona d’alloro e lo scoprimento della targa in memoria di tutti i soldati che hanno sacrificato la loro vita per un mondo migliore, in lingua slovena: “V spomin vsem tistim, ki so dali Zivljenje, da bi svet postal boljSi”, in lingua tedesca: "Zum Gedenken an alle Soldaten, die ihr Leben fuer eine bessere Welt hingegeben haben", in lingua veneta: "Par quei che ga dato a vita par far 'ndar mejo el mondo". Poi si scende nel tunnel passando nel Piave con visita ai ponti romani nella Opitergium-Tridentum, (spiegazione dello storico, più importante e documentato del Veneto, Tarcisio Zanchetta) percorrendo l’argine sinistro da noi intitolato con gli amici gemellati del Kobariški muzej di Kobarid/Caporetto: “Sentiero della Pace/Poti Miru”. Visita dei bunker scoperti da Piero Stefan. Rientro a Sant’Anna tra il Piave e il Soligo.
Durante l’escursione ci sarà il sorvolo di aerei storici famosi (Fokker, Spad XIII, ecc.) della fondazione “Jonathan Collection” di Giancarlo Zanardo, che ringraziamo di cuore.
Si ringraziano i proprietari dei fondi attraversati. Durante i percorsi stradali e nei boschi privati si declina ogni responsabilità per il comportamento non corretto. Munirsi di acqua e abbigliamento per sentieri.
Bivio Falzè di Piave e Pieve di Soligo. Mercatelli, Villa Jacur durante l’offensiva 15-21 Giugno 1918.
Foto tratta dal volume n. 3 della Collana “Il Fronte dimenticato”, e ricevuta dall’Archivio di Guerra di Vienna tramite Diotisalvi Perin, che ha donato a sua volta, al maestoso Museo arsenale viennese, una barca d’assalto A.U. recuperata nel Piave.
Pietro Stefan indica un pipistrello appeso alla volta di una galleria.
Escursione 2005, sosta di riflessione e preghiera presso il bassorilievo dello scultore Pietro Stefan che ricorda il massacro di cinque bambini a Villa Jacur.
Cave tra il Piave e Borgo Malanotte
Scongiurato pericolo di cave e discariche
tra il Piave e Borgo Malanotte a Tezze di Vazzola
Dopo alcuni anni di giuste battaglie dei cittadini di Borgo Malanotte, presieduti al tempo dalla dinamica Francesca, ora il pericolo può dirsi concluso definitivamente, di contro a quanto invece avrebbero voluto i cavatori nello scavare una vasta area agricola al di fuori dell'argine del Piave fino alla prossimità della Provinciale e salendo verso nord a Ponte della Priula. Un raggio di chilometri e chilometri estendibile anche a nord dell'autostrada per una profondità di metri e metri, creando un pericoloso lago in caso di piene del Piave, dando vita a fontanazzi con possibili rotture dell'argine maestro.
Il Comitato Imprenditori Veneti "Piave 2000" e il Museo del Piave "Vincenzo Colognese", hanno dato man forte al comitato guidato da Francesca, appoggiandolo con varie proteste fin dal 2010 e nel 2011 abbiamo prodotto n. 4 dipinti, di una nota pittrice trevigiana, che ritraggono quali scenari si potessero vedere se il maledetto progetto fosse andato in porto.
La politica finalmente ha capito e oggi, a bocce ferme, possiamo cantare vittoria perché il pericolo di cave è cancellato ed è rimasto solo un triste ricordo. Questa immensa campagna è stata venduta, ed ora i vari proprietari hanno già realizzato delle piantagioni di vitigni pregiati come Raboso Piave ed altre specialità.
I quattro quadri saranno custoditi, a memoria, in una sala del futuro Museo della Storia e della Cultura Veneta di Barbisano di Pieve di Soligo, assieme a tante iniziative storiche, culturali e ambientali portate a compimento in circa 30 anni di battaglie a partire dal sollecitare le autorità alla manutenzione del fiume Piave e del Ponte sul Piave a Ponte della Priula Strada Statale 13 Pontebbana.
Auspicando che anche le nostre battaglie sulla centrale di pompaggio e serbatoio gas metano detto Collalto, che coinvolge moltissimi comuni, (indicato pericoloso per la sismicità indotta dall'esperto di sismica prof. Marcellini), si concluda con il rimettere il tutto in discussione per ottenere l'autorizzazione eu-ropea del VIA-VAS e nel censire le abitazioni non antisismiche rendendole antisismiche.
Foto del 16 Giugno 2015 a Susegana nel vigneto di Prosecco Bio (che promette una buona annata) dell’Azienda agricola Antiche Terre dei Conti della famiglia Perin Diotisalvi. A terra i 4 quadri realizzati per protestare contro lo scempio che avrebbero fatto le cave e affini a Borgo Malanotte. Nel sito del Museo del Piave ci sono le foto che potete ingrandire per capire lo scampato pericolo.
Di fianco l'articolo pubblicato su "la Tribuna" di Treviso.
Tezze di Vazzola - Borgo Malanotte
Festeggiamenti a Borgo Malanotte 2015:
in mostra il trattore Pampa
Pampa testa calda (simile al Lanz (tedesco)/Landini (italiano)), realizzato in quantità industriali dagli argentini per rendere coltivabile la pampa argentina: immensi territori visitati e conosciuti dalla famiglia Bergoglio. Qui, molto probabilmente, il Papa da giovane avrà provato l'ebbrezza di salirvi. Ed auspicando che il Santo Padre venga a visitare, nei prossimi anni del centenario della Grande Guerra sulla Linea del Piave/Monte Grappa e a visitare l'auspicato Museo della Storia e della Cultura Veneta, trovando in esso un cimelio che gli farà piacere ricordando l'agricoltura della sua terra.
Congratulazioni al rieletto Presidente della Regione del Veneto dott. Luca Zaia.
Con l’occasione pubblichiamo questa foto del 2013 fatta all’inaugurazione della Mostra “Cose dei tempi antichi in Borgo Malanotte” a Tezze di Piave (TV).
Al volante di un trattore d’epoca il dott. Luca Zaia con Diotisalvi Perin.
ECCIDIO
Sull’argine del Piave a Ponte della Priula
e sull'argine del Monticano
Auspichiamo che l’Amministrazione di Oderzo metta una targa sull’argine del Monticano a ricordo della tragedia.
Ringraziamo il Presidente della Provincia di Treviso, dott. Leonardo Muraro e l’Assessore alla Cultura dott.ssa Silvia Moro per aver aderito alle nostre proposte per segnalare con delle frecce indicatorie il luogo dove si trova il cippo dell’eccidio nel Piave a Ponte della Priula. Questo è un passo importante per ricordare una brutta pagina, tenuta pressoché nascosta, avvenuta nella Seconda Guerra Mondiale a guerra finita.
Con il sopralluogo dell’anno scorso al cippo a Ponte della Priula, con la dott.ssa Silvia Moro e gli Alpini della sezione di Conegliano e Ponte della Priula, si auspica che il cippo venga tenuto pulito negli anni avvenire con relativa manutenzione del verde nell’arginatura del Piave, estirpando rovi ed erbacce, in modo che i parenti e le genti del mondo possano portarsi in questo luogo sacro, sassi del Piave al tempo intrisi di sangue, a riflettere, a pregare, a portare un fiore ricordando questi ragazzi e padri di famiglia.
Un ringraziamento anche ai proprietari del terreno che hanno permesso l’accesso in un luogo dove i più anziani, della famiglia e del paese, ricordano ancora la carneficina, con l’ammasso dei corpi senza vita e, che nei giorni successivi, si sentivano rantoli di persone ferite provenire da sotto il mucchio di cadaveri ma il presidio dei carnefici impedivano il soccorso, pena la fucilazione!
A settant’anni dall’eccidio stendiamo un velo pietoso sulle Istituzioni interpellate per dare il Patrocinio gratuito, le quali ci hanno risposto che sarebbe meglio che non si sapesse! Comunque, non importa, ci abbiamo pensato noi!
Questo luogo è visitabile ogni ora del giorno passando sull’argine del Piave a circa 1.500 metri a valle della rotonda sulla Pontebbana.
Quadro che il pittore suseganese Elio Poloni ha realizzato e che verrà stampato sul retro del pannello con l’elenco delle vittime dell’eccidio. Elio, pittore dei castelli, del Piave e dei paesaggi della nostra terra, classe 1933, allora dodicenne, ricorda che con degli amici, dopo il vespro domenicale, percor-rendo l’argine del Piave ad un certo punto si trovarono davanti una scena orribile e indimenticabile. Il racconto di Elio Poloni è stato pubblicato da questo giornale nel maggio 2014.
Cerimonia a ricordo dell’eccidio
perpetrato sull’argine del Piave a Ponte della Priula
Ringrazio ancora una volta il "Razza Piave" don Romualdo Baldissera, natìo di Portobuffolè (classe 1921) terra bagnata dal Livenza, affluente con le risorgive del Piave che scendono sotto la montagna, il quale è stato anche mia guida spirituale, mia e della famiglia, guidando per tanti anni i ragazzi allo scoutismo nella parrocchia di San Pio X a Conegliano.
È stato un onore averlo ritrovato giovane come un tempo, dopo circa 25 anni che avevo perso i contatti. Un grande uomo, pensate che si sposta ancora con una ineccepibile auto tedesca e sono rimasto sorpreso, quando mi ha portato nel parcheggio, nel vedere la carrozzeria ancora tutta "impallinata" dalla tempesta che avevano preso in estate in Carnia in un campo scout.
I fedeli auspicavano sempre che lui fosse onorato a guidare la Diocesi di Vittorio Veneto con la carica di Vescovo. Ancor oggi mi chiedo perché i vertici ecclesiastici non lo abbiano nominato tale soprattutto per il suo lavoro instan-cabile di divulgare la fede cristiana e il suo proficuo impegno, anche per aver pre-so l'incarico, da giovane cappellano, su ordine di monsignor Visentin, di seguire la triste vicenda degli eccidi tra cui quelli di Oderzo portati al Camposanto. E con la sua capacità era auspicabile onorarlo di averlo avuto nostra guida a Vescovo.
Sono onorato di aver ricevuto da lui questo importante documento che fa riflettere e da divulgare.
Riflessioni…
in filastrocca
Se tu pensi che il Signore
sia lontano dal tuo cuore
resta il fatto sempre vero
che tu sei nel Suo Pensiero
e che in terra Dio ti chiede
di non perdere la fede
ricordando, giustamente,
che con Lui non perdi niente. (fede)
I peccati ti perdona,
grazie e pace Lui ti dona
ti conforta nelle pene
nelle prove ti sostiene.
Si fa cibo e compagnia
con la Santa Eucaristia
e, alla fine della "storia",
ti assicura la Sua gloria. (speranza)
Così il giorno della morte
si apriran del ciel le porte
ed è allora che, osannanti,
con Maria, Giuseppe e i Santi
saran gli Angeli impegnati
a guidarti tra i Beati
dove il Cristo, Re e Signore,
ti amerà di Eterno Amore. (carità)
Don Romualdo Baldissera
Estratto da “Il Piave” di maggio 2015
Ci complimentiamo con gli Alpini di Conegliano per la brillante adunata dei giorni scorsi.
Scusateci però se ci lamentiamo perché i Presidenti e il presidentissimo non hanno risposto, salvo sviste, alla lettera che abbiamo loro inviato e che è stata pubblicata anche nel gior-nale “Il Piave”, in cui si chiedeva che fosse rispettato l’impegno assunto: la manutenzione del cippo e togliere le erbacce con un impegno per gli anni futuri. Pazienza per noi, ma questo era stato concordato, e ne siamo testimoni, con l'Assessore Provinciale dott.ssa Silvia Moro.
Ricordiamo che tra le circa 132 persone barbaramente lì uccise il più giovane aveva 14 anni ma c'erano anche padri di famiglia e qualcuno da giovane avrà fatto sicuramente parte degli Alpini.
Grazie.
Iniziativa mondiale
nel Centenario della Grande Guerra
Lo Spad XIII al Marco Polo di Venezia
L’aereo dell’Asso degli Assi, Magg. Francesco Baracca esposto fino a gennaio 2018, nella sala partenze dell’aeroporto Marco Polo di Venezia.
Un grazie di cuore al Presidente della Regione del Veneto dott. Luca Zaia, al Presidente dell'Aeroporto "Marco Polo" di Venezia Save dott. Enrico Marchi e ai suoi collaboratori, con la collaborazione della Comunità Montana Feltrina di Feltre per la promozione storico-turistica dei territori del Piave, del Feltrino e del Monte Grappa nelle celebrazioni del centenario della Gran-de Guerra, nello spirito di fra- tellanza e amicizia fra popoli degli ex contrapposti eserciti.
Un grazie di cuore anche all'Amministrazione Comunale di Quero Vas e a tutti i collaboratori e volontari del Museo del Piave "Vincenzo Colognese".
Sopra: il Totem bifacciale in italiano e inglese, che spiega il progetto, è installato vicino all'aereo Spad XIII, nel salone delle partenze dell'Aeroporto "Marco Polo" dove transitano ogni anno circa nove milioni di passeggeri. Un video posto al piano superiore, per permettere ai passeggeri di osservare l'aereo in volo, con acrobazie avvincenti del comandante Giancarlo Zanardo durante la road map di 3 anni, sponsorizzata dalla Laser industries gruppi elettrogeni di Pederobba - www.laserindustries.it- riprendendo le gesta del grande Asso Maggiore Francesco Baracca. Nel video viene anche elencata la storia dello Spad XIII con le linee di confine fino al 1917 per poi arrivare sulla Linea del Piave, con rievocazione storica di alcuni bombardamenti sul Piave.
Le Frecce Tricolori
Scatto “con Canon” di Diotisalvi Perin. Sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale delle Frecce Tricolori sopra il Piave, aviosuperficie della Jonathan Collection del Comandante Giancarlo Zanardo mentre opera ai fumogeni. In basso, al centro della foto in ammirazione l’ex Sindaco di Nervesa della Battaglia (TV), Avv. Francesco Tartini con il figlio e un po’ più in alto, sulla destra, tra la firma, si scorge il solista. Alla visione della straordinaria foto i piloti l’hanno autografata.
Serata conviviale con il Primo Club Frecce Tricolori di Pieve di Soligo, ospitati nel rinomato Ristorante "la Colomba". Ha fatto gli onori di casa il Presidente Remigio Villanova, illustrando l'attività svolta con il restauro di due aerei G91 della P.A.N., il n. 2 del pilota Fabio Brovedani e il n. 6 del pilota Massimino Montanari.
Remigio ha ricevuto in esclusiva questa eccezionale foto di questo evento storico che la stampa del tempo non ne ha fatto menzione, purtroppo le cose belle o ritenute fuori dalla sottomissione partitocratica vengono cestinate.
Auguriamo un buon 2015 a tutti gli amici della storia e della cultura.
Nella foto da sx: Remigio Villanova, presidente del Primo Club Frecce Tricolori di Pieve di Soligo; Diotisalvi Perin,; Carlo Bisol e Luigi Frattina.
L’imprenditore Carlo Bisol ha visitato il Museo del Piave “Vincenzo Colognese” firmando il registro dei visitatori e si è complimentato per le collezioni, i cimeli, la documentazione ed è rimasto affascinato dalle 5 postazioni di volo simulato multimediale assicurando che si farà carico di promuovere presso il club piloti con visite al Museo seguiti dall’istruttore Andrea Comacchio e volontari.
Stoccaggio gas detto Collalto
Informiamo che, sul fronte delle proteste e denunce alle autorità per far luce sullo stoccaggio di gas metano pompato ad altissime pressioni, circa 150 bar, sotto il Comune di Susegana ed altri comuni limitrofi, non si registrano prese di posizioni da parte delle Autorità pur avendo fatto due ricorsi al Tar.
Eppure gli esperti di sismicità come il prof. Marcellini, Pagani e Cescon consigliavano di non procedere a causa che si va ad iniettare e poi estrarre, in una zona molto delicata dove si incrociano varie faglie sismiche di pericolo 2, quindi sarebbe possibile creare terremoti indotti con lo sconvolgimento dei nostri territori che mancano di una totale copertura antisismica residenziale!
Inoltre molte famiglie denunciano che, a causa del pompaggio del gas, questi mega compressori rilasciano nel territorio, con le vibrazioni, una rumorosità martellante continua che si propaga in moltissime abitazioni, tanto che diverse famiglie (esposti portati al Sindaco, alla Procura della Repubblica, al Prefetto e Presidente della Regione dott. Luca Zaia) non riescono a riposarsi e prendere sonno causa il riverbero della rumorosità a bassa frequenza che si propaga nel terreno per chilometri. Queste problematiche sono sorte perché non è stato seguito il procedimento di autorizzazione del VIA-VAS e noi abbiamo scoperto che non è stato seguito, trovando probabilmente qualche escamotage, da un incontro con il dott. Secchieri della Regione Veneto. Quindi chiediamo insistentemente e a viva voce al Presidente Zaia che è stato espressamente e dettagliatamente informato dal segretario particolare dott. Alessandro Romano che questo gigantesco impianto di pompaggio e stoccaggio gas venga sottoposto al VIA-VAS e non giocare a scarica barile e chiedere lumi al Prefetto, visto che con il predecessore dott. Adinolfi abbiano riversato una quantità enorme di documenti ed esposti.
Chiediamo tutto questo anche perché lunedì 26 gennaio si è verificata una scossa di terremoto di magnitudo circa 3 nella zona di Vittorio Veneto e dintorni. Naturalmente è difficile dire se è stata causata da questo. Dobbiamo considerare però che il gigantesco serbatoio, inoltrato negli abissi della terra, non può dirsi stagno e il gas, attraverso i cunicoli sotterranei, può arrivare non si sa dove.
Alcuni organi di stampa anziché dare le giuste informazioni sulle nostre varie iniziative ci hanno boicottato.
In vari territori ci sono disseminati decine di pozzi quasi nascosti dalla vegetazione. Quello che vedete in foto si trova tra Collalto e Colle della Tombola, ha sette testate che si diramano a polipo nelle viscere della terra.
Appello al dott. Luca Zaia Presidente della Regione del Veneto
Sig. Presidente, Le chiediamo col cuore in mano che intervenga, ora che ha la facoltà di farlo, per salvaguardare questo territorio dove tante persone passano notti insonni a causa delle vibrazioni provenienti dal sottosuolo e si faccia carico in prima persona di iniziare un nuovo cammino per la sicurezza facendo partire la procedura del VIA-VAS con il risultato di es-sere certi che tutte le normative siano state rispettate.
Il "giocattolo", come è definito dagli esperti, cioè il monitoraggio di microsismicità nei pozzi con rilevatori gestiti dall’OGS, sembra non serva per preavvisarci se arriverà una scossa sismica più o meno forte, quindi se succederà un terremoto, essendo troppo sensibile, forse neppure lo registrerà e sarà comunque purtroppo troppo tardi e noi resteremo, ahimè, inermi a subirlo. Pardon, potrà servire solo a fare statistiche e studi per testi di laurea, confrontando i dati nei secoli futuri.
Sig. Presidente, chiediamo come è stato possibile realizzare un tale complesso e potentissimo impianto di stoccaggio e distribuzione gas che anno dopo anno necessita di modifiche e aggiornamenti con nuove tecnologie, espansioni, restando però esclusa la pro-cedura della normativa europea VIA-VAS? Chiedono i cittadini: scu-si non ricordano, se c'era Lei o Galan al tempo delle approvazioni? Per gloria di utilità pubblica?! Italiana o francese, quale è il gruppo di maggioranza azionaria? Grazie Presidente!
Conegliano
Comitato Imprenditori Veneti “Piave 2000” - Ponte della Priula (TV)
In collaborazione con il Museo del Piave “Vincenzo Colognese” - Caorera di Quero Vas (BL)
Spett.le Sindaco del Comune di Conegliano
Floriano Zambon
Oggetto: Nuova Via bloccata dopo il nuovo ponte sul Monticano
Illustrissimo Sindaco, Le scrivo in merito alle polemiche sulla nuova Via bloccata dopo il ponte sul Monticano.
Consiglio che, finché non venga risolta la questione dell'ex SAITA, si crei su tutto il tratto stradale un parcheggio e se possibile creare un passaggio pedonale che vada verso la Stazione e Via Verdi, da questo parcheggio si accederebbe con l’innesto già fatto nella zona dei girdini e piazzale San Martino.
Il costo di questa opera sarebbe molto contenuto, in pratica la vernice per disegnare i posti macchina e realizzare un vicolo, in accordo, se servisse, con le Ferrovie.
Questo parcheggio potrebbe accogliere centinaia di auto liberando i parcheggi sul Viale della Stazione, San Martino e non solo, dove potrebbe essere possibile sperimentare, in centro, un percorso rotatorio a senso unico.
Propongo che un tratto di questa nuova strada e il ponte vengano intitolati al Beato Imperatore Carlo I d'Asburgo nel centenario della Grande Guerra.
Il Monticano è un fiume che ha interessato le vicende storiche della Grande Guerra e qui gli austro-ungarici hanno stazionato per circa un anno.
L'Imperatore Carlo è stato il vero fautore della pace mondiale e lo dimostra nella documentazione sulla Positio della beatificazione ed il ponte sul Monticano riporta ad unirci tra popoli cristiani nello spirito di amicizia e fratellanza europea e mondiale.
In attesa di risposta
Cordiali saluti.
Il Presidente Diotisalvi Perin
P.S.: Allego foto e documento letto da S.E. il Vescovo di Trieste, nel Duomo di San Giusto il 7 novembre u.s., nella Celebrazione Eucaristica in memoria del Beato Carlo I d'Asburgo nel decennale della beatificazione alla quale ha partecipato il nipote l'Arciduca Georg d'Asburgo con la famiglia ed io ho avuto l'onore di parteciparvi nella veste di Cavaliere di San Giorgio che sono stato insignito dal nipote del Beato, Sua Altezza Imperiale Carlo d'Asburgo-Lorena.
L'Arciduca Georg d'Asburgo, il 30 luglio 2006, ha inaugurato il nuovo salone del Museo del Piave “Vincenzo Colognese” a Caorera di Quero Vas (BL).
Celebrazione Eucaristica nel decennale della beatificazione di Carlo d’Asburgo presso il Duomo di San Giusto a Trieste. Ha presenziato alla cerimonia anche l’Arciduca Georg d’Asburgo, nipote dell’Imperatore.
Nella foto da sx: Helmut Hofstaetter (Cav. di San Giorgio), Wolfgang Krenn (Cav. di San Giorgio), Massimiliano Lacota (Cav. di San Giorgio), Adriano dott. Tremuli, Diotisalvi Perin (Cav. di San Giorgio e San Marco).
Celebrazione Eucaristica nel decennale della beatificazione di Carlo d’Asburgo
DIOCESI DI TRIESTE
IN MEMORIA DEL BEATO CARLO I D’AUSTRIA
+ Giampaolo Crepaldi
Trieste, Cattedrale di San Giusto, 7 novembre 2014
Altezza imperiale, distinte autorità, fratelli e sorelle,
1. Sono particolarmente lieto di presiedere questa celebrazione eucaristica per fare devota memoria del decennale della beatificazione di Carlo I d’Austria, che iniziò a reggere le sorti dell’impero austro-ungarico nel 1916, nel mezzo della prima guerra mondiale, che il Santo Padre Benedetto XV definì come una inutile strage. Ed è a partire da quell’evento, di cui quest’anno ricordiamo il centenario del suo inizio nel 1914 e che determinò la fine dell’impero e nuovi assetti politico-istituzionali in Europa, che è opportuno soffermarsi per cogliere lo spessore umano e spirituale del beato Carlo I, un imperatore che amava la pace, ma che fu come costretto a governare dentro la bufera di una guerra mondiale. A testimonianza della sua profonda propensione per la pace, proprio nel 1914, quando ebbe avvio la guerra, alla folla che si era ritrovata nella piazza antistante il palazzo di Hetzendorff per inneggiare alla guerra, il futuro Imperatore pronunciò queste parole: “Tutti coloro che mi conoscono, sanno quanto amo l’Austria e l’Ungheria. Non posso ritirarmi nei momenti di bisogno. Coloro che mi conoscono sanno anche che sono un soldato ed allenato quindi alla guerra. Nondimeno, come alcuni possano auspicare la guerra, e con tanto fervore, io semplicemente non lo posso concepire. La guerra, dopo tutto, è qualcosa di spaventoso”. In quella sconvolgente congiuntura bellica che provocò un numero spaventoso di morti, il beato Carlo I, incompreso da tanti anche dai molti tra i suoi più stretti collaboratori, fu l’unico Capo di Stato che tentò sempre di trovare il modo per porre fine alla guerra…, usando tutte le sue forze, cercando in tutti i modi le strade della pace, coltivando con gli amici e con i nemici le possibilità reali per raggiungerla. Il beato Carlo I ci è di esempio, un esempio che si sostanzia dell’impegnativo dovere di coltivare sempre e dovunque il bene incommensurabile della pace. Sono convinto che se si fossero seguiti la volontà e gli sforzi dell’Imperatore, milioni di vite perse in battaglia si sarebbero salvate e l’Europa avrebbe potuto celebrare una lunga stagione di pace.
2. Uomo di pace, il beato Carlo I, fu anche un singolare uomo politico che trovava nel tesoro della fede cattolica la costante ispirazione per l’esercizio delle sue gravose responsabilità. Anche su questo punto egli resta un esempio attualissimo, reso ancora più attuale dal fatto che, al giorno d’oggi, la politica vive una delle sue crisi più acute per il venir meno di quegli orizzonti di senso che sono giunti ad intaccare perfino il valore dell’umano. Il beato Carlo I aveva un grande senso del dovere e si considerava come padre del suo popolo. Nel 1917, durante una conversazione con il conte Polzer-Hoditz, il beato gli confidò: “Come Imperatore devo essere di buon esempio. Se ognuno praticasse semplicemente i suoi doveri cristiani, non ci sarebbe tanto odio e miseria in questo mondo”. Questo suo alto senso del dovere, esercitato nell’orizzonte della fede – fede creduta fermamente e testimoniata fino alla fine – lo manifestò nel momento della sua incoronazione, avvenuta in Ungheria. L’imperatrice Zita – per lei fu marito devoto e per i figli un padre tenerissimo – 50 anni dopo la sua morte, ricordò con queste significative ed eloquenti parole l’evento che tanto lo coinvolse per la densità di significati che racchiudeva. Queste le parole dell’Imperatrice: “La cosa che più mi colpì di tutta la cerimonia, fu la commovente parte liturgica, soprattutto i voti presi dal Re davanti all’altare prima della sua consacrazione ovvero di preservare la giustizia e lottare per la pace. Questa sacra promessa data nella cattedrale era esattamente il programma politico che egli intendeva portare avanti. Sentivamo questo così fortemente che quasi non erano necessarie parole tra di noi”.
3. Il beato Carlo I fu, in definitiva, un cristiano a tutto tondo, che la Chiesa, con lungimirante saggezza, ha beatificato, indicandolo come esempio di vita cristiana autentica. A rendere particolarmente credibile la sua testimonianza cristiana sono i suoi ultimi mesi di vita. Giunto nell’isola di Madera – dopo aver persopatria, impero e trono – intensificò la sua preghiera e l’offerta della sua vita al Signore convinto che Dio volesse proprio la sua vita come ultimo sacrificio per la salvezza del suo popolo. Cristiano che nutriva la sua anima con la partecipazione quotidiana alla Santa Messa dove univa il suo al Sacrificio del Signore Gesù, l’imperatore seppe coniugare, in un ardito e originale intreccio spirituale, la sua comunione con il Signore e l’esercizio dei suoi gravosi doveri. Era devotissimo della Madonna e, a Madera, la Chiesa che più amava era quella di Nossa Senhora do Monte. Una volta, parlando con sua moglie mentre la Chiesa si vedeva in lontananza, egli affermò che Dio chiedeva la sua vita per il bene del proprio popolo. Poco tempo dopo, Dio esaudì il suo voto. Commovente il racconto che il figlio fece degli ultimi istanti di vita del padre: “Mio padre aprì gli occhi e guardò con amore Gesù nell’Eucaristia. L’ho sentito pregare ancora nei suoi ultimi istanti. Non smetteva di ripetere Gesù mio misericordia. L’ho sentito dire Gesù mio vieni. Ha pronunciato in un ultimo sospiro il nome di Gesù, e si è abbandonato nelle braccia di mia madre. Abbiamo davvero pensato che stavamo assistendo alla morte di un santo”. A noi resta la grazia di una testimonianza cristiana luminosissima e l’opportunità di aprirgli il nostro cuore nel gesto confidente dell’invocazione: di tutto questo vogliamo ringraziare il Signore per la beatificazione, avvenuta dieci anni fa, di Carlo I d’Austria.
Via Vincenzo Colognese
Discorso di Diotisalvi Perin
all’inaugurazione della Via intitolata a Vincenzo Colognese
Gentili ospiti, autorità, amici, grazie di cuore per la vostra presenza presso questo museo che ha un’anima, oggi potete vedere una parte di quello che ha fatto Vincenzo Colognese, sì perché è stato anche imprenditore di successo, un uomo di grandi valori umani e sociali, che ha trasmesso questa passione alla famiglia e, se il museo è ancora aperto, è anche grazie al contributo corposo della moglie Franca Zoppas, dei figli Marco e Paolo, oltre ad averci affidato quasi tutte le loro preziose collezioni di cimeli, che vedete esposte nel museo. (Del precedente museo Madonna del Piave di Don Antonio è rimasto ben poco di importante in quanto fu dato in prestito gran parte dei cimeli senza le opportune garanzie per una mostra sulla G.G. che si svolse in Piemonte e purtroppo non furono restituiti.) a Vincenzo gli abbiamo intitolato nel 2006, il Museo del Piave "Vincenzo Colognese" e su nostra proposta il Comune gli ha dedicato finalmente la Via, pur essendoci stati vari problemi burocratici con il Prefetto (per le intitolazioni ci vogliono 10 anni dal decesso della persona), anche se non si capisce perché altre vie sono state intitolate dopo due anni come dei casi che avevamo raccolto nel Quartier del Piave; grazie quindi al Sindaco di Quero Vas, all’ex Sindaco di Vas e a tutti gli amministratori comunali.
Questo, comunque, per Vincenzo e per noi non basta, le istituzioni sono poco attente a chi si impegna seriamente alla storia, alla cultura, all’ambiente.
Vincenzo montebellunese doc ha fatto molte cose e il Comune di Montebelluna dovrebbe dedicargli una Via o una struttura pubblica, confido che l’avv. Maria Bortoletto che qui oggi rappresenta il Sindaco prof. Marzio Favero dia l’adesione alla nostra richiesta, come lo potrebbero fare altri comuni tra cui i capoluoghi come Belluno o Treviso.
Vincenzo era un grande esperto di storia, conduceva ricerche internazionali anche archeologiche che lo portava di assentarsi per lunghi periodi, attraversando territori di nazioni in guerra e trovava sempre il modo di dialogare con i ribelli e passare, rientrava e la sua mente programmava altre mète per scoprire che al tempo delle piramidi esistevano civiltà più progredite delle nostre. Ricordo che nelle sue ricerche ha portato alla luce un reperto straordinario, una scultura realizzata a quei tempi che rappresenta esattamente una navicella spaziale.
Vi racconto un aneddoto: Vincenzo, o Renzo come lo chiamavano gli amici, disponeva di un documento speciale, rilasciato non so dirvi da quale nazione, comunque con questo girava il mondo. Nel 2003 decidemmo, con un gruppo di amici, di visitare il Museo di Caporetto e gli dissi: "Renzo mi raccomando portati il documento di identità che dopo Cividale del Friuli c'è da passare la dogana. Il giorno dopo arrivati alla frontiera, presenta il documento ma i doganieri dicono che non può passare perché per loro non era valido e lui ribadiva che mai nessuna dogana lo aveva bloccato. Quindi dopo tre ore, andando tutti al comando alla Casa Rossa, abbiamo rilasciato garanzie e lui poteva passare solo se lo riportavamo in giornata in Italia e così abbiamo ottenuto il lasciapassare.
Serva da sprono ai figli Marco e Paolo per delle pubblicazioni prendendo spunti dai suoi diari. A mio avviso Vincenzo lo considero il Marco Polo dei giorni nostri! Noi qui volontari seguiremo la strada che ci ha tracciato, anche se è dura. Chiediamo al Sindaco maggiori risorse vista la riduzione che in pochi anni sono scese a un quarto di quanto veniva erogato all’inizio e non ci danno la possibilità di investire in cultura.
Vorrei tracciare un breve bilancio sul lavoro fin qui fatto che fa conoscere la piccola Caorera grazie al Museo, non solo al Veneto ma internazionalmente grazie all’ultima iniziativa con la realizzazione dello Spad XIII in volo, l’aereo dell’asso dei cieli magg. Francesco Baracca, ricostruito dal comandante Giancarlo Zanardo, questo finanziato grazie alla Regione Veneto con l’intervento del dott. Dario Bond, Comune di Vas Sindaco dott. Andrea Biasiotto, Intereeg III e con la collaborazione della Comunità Montana Feltrina.
Ora lo Spad XIII è esposto nel salone partenze del Marco Polo dove potrà essere ammirato da 9 milioni di passeggeri in transito, un video e un totem esposti indicano che il tutto ruota grazie alla regia del nostro Museo e qui va un grazie alle delibere del Presidente della Regione Veneto dott. Luca Zaia, della Comunità Montana Feltrina, Amministrazione Comunale di Quero - Vas e naturalmente del Presidente di Save dott. Enrico Marchi.
Altro punto che fa arrivare molti visitatori, e soprattutto giovani, al Museo, sono le cinque postazioni di volo simulato multimediale grazie al finanziamento di Banca Cariverona regionale e comunale. Poi altre cose le vedrete nel Museo oggi. Ricordo le cose più importanti: il gemellaggio con il Museo di Kobarid-Caporetto e il Museo di Storia di Guerra di Budapest.
Numerose sono le iniziative che curiamo come le escursioni sulle orme della Grande Guerra sulla linea del Piave a Susegana, Ponte della Priula, Collalto, Colfosco, Falzè di Piave, Montello, Valderoa ecc.
Collaboriamo con enti e associazioni d’arma per mostre dando in prestito cimeli o altro, come per la recente mostra dell’arma dei Carabinieri di Feltre o dando al Comune di Teviso una bomba nell’anniversario dell’immane bombardamento americano del 7 aprile 1944, pubblicando il libro del dott Guido Spada che vi presenterà nel pomeriggio su pittori famosi al fronte e che presenteremo in vari paesi e province con l’editore Compiano sponsor banca Prealpi di Tarzo e imprenditori, a giorni potrete visitare le mostre in onore del pilota asso dei cieli Giannino Ancilotto che è onorato a San Donà di Piave e noi collaboriamo dando dei cimeli.
Con le mie ricerche a Vienna è nata un'amicizia con la casa degli Asburgo, ricordiamo l’arciduca George che qui ha inaugurato la nuova ala del Museo, nipote dell'imperatore Carlo I d'Asburgo finalmente Beato da qualche anno in quanto si è trovato una guerra fraticida fra cristiani che non voleva ed ha fatto di tutto per realizzare la PACE
Recentemente ho avuto ospite, sulla Linea del Piave, al Castello di San Salvatore Susegana e Collalto, Sua Altezza Imperiale Carlo d'Asburgo-Lorena e prendendo atto del nostro impegno di ricerca storica, fratellanza e amicizia fra popoli, mi onorano di entrare nell'ordine dei Cavalieri di St. Georgs-Orden
Ringrazio tutti voi per la partecipazione ed il sostegno ai volontari con un abbraccio e un grazie di cuore perché senza di loro il Museo rimarrebbe chiuso. Esorto i giovani e i gruppi di volontari e delle varie associazioni degli Alpini, del Comune di Quero - Vas che purtroppo non si vedono, gli invitiamo a collaborare per tenere aperto il museo il sabato e le domeniche ma meglio sarebbe fare come a Caporetto di tenere aperto il museo tutta la settimana.
Ricordo che qui il Museo voluto da Vincenzo è nato in primis per ricordare un suo avo Vincenzo Colognese, alpino del 7° Reggimento, caduto sul Valderoa a seguito di un conflitto con un gruppo contrapposto di militari guidato da Erwin Rommel.
Termino invitandovi a un caloroso applauso all’amico Renzo che lo sentiamo sempre vicino a noi
Grazie
Lo Spad XIII a Venezia
Iniziativa mondiale nel centenario della Grande Guerra
Lo Spad XIII all’aeroporto Marco Polo di Venezia
L’aereo del Magg. Francesco Baracca (Asso degli Assi) esposto nella sala partenze dell’aeroporto Marco Polo di Venezia
Un grazie di cuore al Presidente della Regione del Veneto dott. Luca Zaia, al Presidente dell'Aeroporto "Marco Polo" di Venezia Save dott. Enrico Marchi e ai suoi collaboratori, con la collaborazione della Comunità Montana Feltrina di Feltre per la promozione storico-turistica dei territori del Piave, del Feltrino e del Monte Grappa nelle celebrazioni del centenario della Grande Guerra, nello spirito di fratellanza e amicizia fra popoli degli ex contrapposti eserciti.
Un grazie di cuore anche all'Amministrazione Comunale di Quero Vas e a tutti i collaboratori e volontari del Museo del Piave "Vincenzo Colognese".
Il Presidente Diotisalvi Perin
È stato installato un Totem bifacciale, in italiano e inglese, nel salone delle partenze dell'Aeroporto "Marco Polo", dove transitano ogni anno circa nove milioni di passeggeri che spiega il progetto e, in alto, ancorato al soffitto, si può ammirare l'aereo Spad XIII. Un video, visibile nelle ore di apertura dell'aeroporto, mostrerà ai passeggeri l'aereo in volo mentre compie acrobazie avvincenti pilotato dal comandante Giancarlo Zanardo durante la road map di 3 anni, riprendendo le gesta del grande Asso Maggiore Francesco Baracca. Nel video viene anche elencata la storia dello Spad XIII con le linee di confine fino al 1917 per poi arrivare sulla Linea del Piave, con rievocazione storica di alcuni bombardamenti sul Piave. Una sfida vinta!!.
COMUNICATO STAMPA SAVE S.p.A. – Lo SPAD XIII di Francesco Baracca in mostra all’aeroporto Marco Polo di Venezia
Una copia fedele dell’aereo SPAD XIII pilotato durante la prima Guerra Mondiale dall’asso dell’aviazione militare italiana Francesco Baracca è esposta da oggi nell’area partenze dell’aeroporto di Venezia.
Nel Centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, SAVE ha voluto dare un suo contributo alla memoria con quest’operazione culturale realizzata in collaborazione con la Comunità Montana Feltrina e l’Associazione Museo del Piave “Vincenzo Colognese” di Caorera di Quero Vas, in provincia di Belluno, e con il sostegno della Regione Veneto.
Rispetto al biplano originale, la copia esposta, che è perfettamente in grado di volare, è stata ricostruita con le tecniche e i materiali dell'epoca dal Comandante Giancarlo Zanardo e impreziosita con un frammento di tela proveniente dalla fusoliera di uno degli aerei della 91^ Squadriglia a cui apparteneva Francesco Baracca.
Lo SPAD XIII è esposto in corrispondenza della capriata del lato nord del terminal, a circa 6 metri di altezza dal suolo, attraverso un sistema di tiranti progettati e installati da ThyssenKrupp, al fine di valorizzarne al meglio la visuale da più punti della galleria commerciale. E’ inoltre posizionato in linea visiva con il punto vendita Ferrari, al cui fondatore la madre di Francesco Baracca donò, in ricordo del figlio scomparso, il diritto d’uso del suo emblema di battaglia, il “Cavallino rampante”.
L’esposizione è anche l’occasione per promuovere un territorio ricco di storia: un totem e un video posizionati al primo piano della galleria commerciale che si affaccia sul vano in cui è sospeso l’aereo illustrano infatti la storia di Francesco Baracca e del velivolo da lui pilotato, del territorio del Piave, del Feltrino e del massiccio del Grappa.
L’aereo resterà esposto in aerostazione fino a gennaio 2018.